Dedicato al pensiero orientale, questo lavoro in divenire documenta le fasi di una ricerca artistica focalizzata sulle idee di rinnovamento e liberazione.

È autunno, arrivo con il mio furgoncino davanti casa di Norina, la nonna di mia moglie. Lei è lì, concentrata e volenterosa nel suo grande cortile mentre spazza via tutte le foglie che il vento ha staccato dagli alberi. Resto fermo in auto per un pò e la guardo mentre riempie l’ultimo sacco e con aria soddisfatta guarda il suo cortile pulito, tira un bel sospiro di sollievo e rientra nella sua casa dopo il lavoro senza neanche accorgersi di me.
I sacchi trasparenti pieni di foglie in un attimo diventano i protagonisti della mia riflessione.
Senza il “tolto” l’essenza avrebbe comunque la stessa dignità?
Lo scarto diventa consapevolezza accumulata da non dimenticare, si trasforma in qualcosa da interiorizzare per conoscere a fondo la propria natura.

Il momento è stato così denso di contenuti e poesia che dal rombo del motore che si riaccende, al primo colpo di scalpello in studio, non ricordo neanche di aver vissuto..
Da un anno stavo lavorando in questa direzione ma sentivo la mancanza di qualcosa che mi potesse liberare dalla relazione a concetti ancora troppo metafisici e finalmente, grazie alla “pulizia del cortile di Norina”, tutto ha preso corpo, passando da un’idea ad un atto che fino ad oggi si ripete come un mantra quotidiano.
SCAVARE-RIELABORARE-SCAVARE-RIELABORARE-SCAVARE-RIELABORARE-SCAVARE-RIELABORARE

Nella pratica mi concentro principalmente su due momenti chiave: lo scavo e la rivalutazione dei suoi frammenti.
Nel primo si lavora con la volontà di comprendere ciò che ci ostacola nell’accesso a verità profonde. Nel secondo si ridona dignità allo scarto che in un primo momento perde la relazione con la sua materia d’origine ma una volta rientrato nella composizione trova il proprio rinnovamento.
Un atto creativo volto a prendere coscienza di ciò che realmente abbiamo bisogno per evolvere nella comprensione della nostra esistenza.

L’opera è una scultura da installare a parete, composta da una vecchia anta incisa a scalpello con applicata una scatola trasparente che contiene gli scarti del legno scolpito, immersi in una colata di silicone cristallino.